CHI SONO
Mi sono chiesta come definire la mia fotografia
e penso di poterla riassumere in questa frase:
volti umani e stanze dell’anima
È come se ci fosse una paternità iniziale, ma poi la fotografia diventa un’altra cosa e in questo viaggiare le fotografie possono incontrare l’altro e impiantare dei semi.
CHI SONO
Mi sono chiesta come definire la mia fotografia
e penso di poterla riassumere in questa frase:
volti umani e stanze dell’anima
È come se ci fosse una paternità iniziale, ma poi la fotografia diventa un’altra cosa e in questo viaggiare le fotografie possono incontrare l’altro e impiantare dei semi.
CHI SONO
Mi sono chiesta come definire la mia fotografia
e penso di poterla riassumere in questa frase:
volti umani e stanze dell’anima
È come se ci fosse una paternità iniziale, ma poi la fotografia diventa un’altra cosa e in questo viaggiare le fotografie possono incontrare l’altro e impiantare dei semi.
STANZE
Si è bruciato il tetto...
...e ora vedo la LunaSTANZE
Si è bruciato il tetto...
...e ora vedo la LunaARIA E TERRA
Bisogna ricordare i fili d'erba
e i fiori selvatici masticati nell'infanzia...
...le bacche e la dulcamara cercate un tempo come fossero mitici tesori,
gli occhi bambini deliziati dai colori delle farfalleARIA E TERRA
Bisogna ricordare i fili d'erba
e i fiori selvatici masticati nell'infanzia...
...le bacche e la dulcamara cercate un tempo come fossero mitici tesori,
gli occhi bambini deliziati dai colori delle farfalleCORIANDOLI
E’ difficile per la pietra comprendere il volo, lo comprende solo per un attimo...
...quando un Bambino la lancia in un fiume, ma quello che basta per sorprendere il pensiero pesante e comprendere che lei, la pietra e la piuma, sono alla fine la stessa cosa, per l’animo intendo.CORIANDOLI
E’ difficile per la pietra comprendere il volo, lo comprende solo per un attimo...
...quando un Bambino la lancia in un fiume, ma quello che basta per sorprendere il pensiero pesante e comprendere che lei, la pietra e la piuma, sono alla fine la stessa cosa, per l’animo intendo.CUCINE
Violette è la mia CASA.
Odora di cera, di verdure, di fuoco di legna, di sapone nero, di varechina, di vino vecchio, di tabacco e di melaCUCINE
Violette è la mia CASA.
Odora di cera, di verdure, di fuoco di legna, di sapone nero, di varechina, di vino vecchio, di tabacco e di melaMetti giù la macchina fotografica'
'Perche'?' Chiese lui allontanandosi dal mirino.'Non riesco a vederti quando la tieni lontano dalla faccia. Vedo solo una cosa Metallica e nera.
'Ma non c'è bisogno che tu mi veda, sono io che devo vedere te'
Lei sorrise. 'No'.
'Cosa vuol dire no? sei tu il soggetto della foto, non io.'
'Sbagliato. Si tratta proprio di te, del modo in cui tu mi vedi'.
Lui rise e sollevò di nuovo la macchina. 'Questa conversazione sta diventando troppo profonda per me'.
Lei lo guardò imbronciata.
'Dai, fammi un sorriso. Oggi scatto una Monna Lisa'
'Ti ucciderei quando dici cosi'
Lui sogghignò in attesa di quel sorriso.
Lei si allungò verso la borsetta.
'Cosa stai facendo?'
Tiro' fuori una matita appuntita come un pugnale.
Lui smise di ridere. 'E quella a cosa servirebbe?'
Lei fissava la punta. Poi tiro' fuori un foglio e glielo porse insieme alla matita. 'Usa questa invece'.
Lui spalancò gli occhi. 'Non disegno dalle superiori!'
Adesso era Lei a sogghignare.
' Vorra' dire che il disegno sarà pieno di energia giovanile ed errori, quindi ANCORA PIU' BELLO. E io potrò guardarti mentre mi guardi'.
'E'un modo per VEDERSI' provo' a spiegare.
'Per vedersi veramente. E tu lo disegneresti, disegneresti LA RELAZIONE'.
Lui sollevò il sopracciglio. 'Noi abbiamo una relazione?'
'OGNI SCAMBIO E' UNA RELAZIONE'.
Il racconto prosegue, da "La donna disegnata di Tracy Chevalier" Vogue's Tale
Metti giù la macchina fotografica'
'Perche'?' Chiese lui allontanandosi dal mirino.'Non riesco a vederti quando la tieni lontano dalla faccia. Vedo solo una cosa Metallica e nera.
'Ma non c'è bisogno che tu mi veda, sono io che devo vedere te'
Lei sorrise. 'No'.
'Cosa vuol dire no? sei tu il soggetto della foto, non io.'
'Sbagliato. Si tratta proprio di te, del modo in cui tu mi vedi'.
Lui rise e sollevò di nuovo la macchina. 'Questa conversazione sta diventando troppo profonda per me'.
Lei lo guardò imbronciata.
'Dai, fammi un sorriso. Oggi scatto una Monna Lisa'
'Ti ucciderei quando dici cosi'
Lui sogghignò in attesa di quel sorriso.
Lei si allungò verso la borsetta.
'Cosa stai facendo?'
Tiro' fuori una matita appuntita come un pugnale.
Lui smise di ridere. 'E quella a cosa servirebbe?'
Lei fissava la punta. Poi tiro' fuori un foglio e glielo porse insieme alla matita. 'Usa questa invece'.
Lui spalancò gli occhi. 'Non disegno dalle superiori!'
Adesso era Lei a sogghignare.
' Vorra' dire che il disegno sarà pieno di energia giovanile ed errori, quindi ANCORA PIU' BELLO. E io potrò guardarti mentre mi guardi'.
'E'un modo per VEDERSI' provo' a spiegare.
'Per vedersi veramente. E tu lo disegneresti, disegneresti LA RELAZIONE'.
Lui sollevò il sopracciglio. 'Noi abbiamo una relazione?'
'OGNI SCAMBIO E' UNA RELAZIONE'.
Il racconto prosegue, da "La donna disegnata di Tracy Chevalier" Vogue's Tale